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      Sa che si è battuto nella tale e tale occasione, che ha fatto la tal marcia, ecc. Ma fuori dalla sfera di quanto lo riguarda immediatamente, ben pochi sono che ne sappiano qualche cosa. Erano otto giorni da che io ero giunto all'armata a Görlitzheim ove da più settimane era il campo, ed io non avevo mai potuto sapere precisamente se eravamo nella Slesia, ovvero in Boemia, ovvero nella Lusazia, giacché questo piccolo luogo non si trovava sulle mie carte, e i confini erano vicini. Alcuni da me interrogati non lo sapevano, altri davano varie e contradittorie risposte, finalmente il giovine principe Lobkovitz, che è assai più colto degli altri, mi ha mostrato una carta esatta ed ho da esso saputo che eravamo veramente in Lusazia. Un bastimento in mare almeno sa in qual parte del globo si trova e in un corpo d'armata dopo venti giorni nessuno sapeva dirlo! Che direte della mia ingenuità se vi scrivo che gli stessi generali aiutanti fanno arrivare da Vienna la gazzetta per avere le nuove dell'armata! Io lo vedo ogni giorno e me lo crederete. Il maresciallo Daun non parla mai di guerra, alla sua tavola, ove v'è sempre un luogo per me, si sta come se fossimo in città, non si nominano mai i Prussiani, non si tocca mai discorso che appartenga alla guerra. Vi assicuro che a vedere da vicino questi oggetti sono diversi assai da quello che appaiono da lontano. Noi crediamo di vedere le descrizioni del Tasso e dell'Ariosto, un'unione di eroi che avvampano per la gloria, anime passionate pel mestiere, avide d'illuminarsi, animate da principii di generosa elevazione.


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Diario Militare
di Pietro Verri
pagine 82

   





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