Non ho osservato che linee irregolari, parte dell'armata fa fronte da un lato, e parte dall'opposto; non v'è uomo fra tutti costoro che capisca od abbia volontà d'insegnare a chi ha voglia d'istruirsi. Dopo questo gran cavalcare per dieci ore di seguito, io e il cavallo non ne potevamo più dal caldo, dalla stanchezza e dalla polvere. Accompagno il maresciallo sino al suo alloggio, e alla porta vedo il libro, cerco il mio nome, trovo che il mio quartiere è presso Matthias Hilber. Cerco un ragazzo che con pochi soldi mi conduca da Matthias Hilber, spero trovarvi la mia gente che mi avessero apparecchiato il pranzo, ma non erano giunti. Del pan nero e del burro che aveva il buon Matthias, furono il mio pranzo. Però mi sentivo stranamente stanco, e la mia gente di servizio tardarono a comparire sino verso sera. Mi dissero tante scuse e pretesti che non posso verificare, fatto si è che non mi hanno servito bene.
Il punto essenziale è che sin ora non ho veduto il nemico, nemmeno col cannocchiale, nessuno sa dove sta o presso a poco. Gli uni dicono che contro di noi v'è il re, altri al contrario sostengono che vi è il principe Enrico. È una vera babilonia, e, amico caro, se la cosa continua così, mi pare che questa sia veramente una vita da disperato. Non intendo né imparo precisamente nulla affatto, e tocco con mano che la massima parte degli ufficiali non ne sanno più di me. Basta, potrò almen dire e conoscere che nel mestier della guerra, il quale pare a primo aspetto sia da farsi con energia, con impeto, con calore e con impegno, realmente gli uomini sono spossati, indifferenti, annoiati e ignoranti.
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Matthias Hilber Matthias Hilber Matthias Enrico
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