Questi parassiti ruinerebbero al pari degli altri, né vi consolerebbero colle apparenti officiosità dei nostri. Lloyd è sommamente generoso, è povero, ma è indifferente a vivere con un pezzo di pane. Il Lascy lo adopera assai, ultimamente l'ho veduto incaricato a far fortificare un sito, egli portava le fascine, adoperava la zappa, travagliava come i soldati che erano sotto i suoi ordini, e li chiamava fratelli, lavorava allegramente, rallegrava gli altri, e sotto di lui in un giorno s'è fatto quello che un altro avrebbe fatto in tre o quattro. Giriamo il paese, visitiamo le posizioni, ragioniamo sulla guerra: dico ragioniamo, perché sebbene io senta la gran distanza che v'è fra le sue cognizioni e le mie che cominciano, sento però che principio a ragionare. Ma vi ripeto che sono rarissimi coloro che all'armata sappiano cosa sia la guerra e cosa si faccia. Vi abbraccio, addio.
Schilda, 1 novembre, 1759.
Son già dieci giorni che siamo immobili in questo quartiere, passo a passo siam giunti sin qui. Il nemico è accampato a Torgau contro di noi, che siamo appostati prima a Belgern, poi qui, ma si dice che non è visibile da vicino, sta sopra una costa elevata, ha davanti delle paludi, ai due fianchi l'Elba e un'altra cinta di boschi.
Lloyd vorrebbe dar fuoco a quel bosco di piante resinose, aspettare che il vento spingesse il fumo nel campo, ha designato come attaccarlo; ma le sue idee sono idee d'un povero tenente. Abbiamo distaccato il duca d'Aremberg, con diciottomila uomini, che si è appostato dietro al nemico a Dommitzch, ma i Prussiani hanno libera la riva diritta dell'Elba e non s'imbarazzano d'essere fra due, attesa la vantaggiosa situazione del loro campo.
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