tedesco, dice le parole della consacrazione, indi alza l'ostia come noi, e tutto il popolo s'inginocchia. Poi lo stesso sopra i calici, dei quali innalza quello di mezzo. Poi dice l'orazione domenicale, poi si comunica. Fatto ciò, s'accostano ai cancelli quei del popolo che vogliono comunicarsi, e primieramente vanno dalla parte del Vangelo, ed ivi il parroco dando in bocca l'ostia dice: "Prendete, questo è veramente il corpo del Nostro Signor Gesù Cristo morto per i nostri peccati." Poi, dopo così comunicato, si passa dietro il coro, e si presenta dalla parte dell'Epistola, ove sta il vice curato con un calice, e dà da bere a ciascuno, dicendo: "Bevete, questo è veramente il sangue di Nostro Signore Gesù Cristo sparso per i nostri peccati." Il sentimento col quale quella buona gente si accostava, mi commoveva come farebbe una tenera scena d'una tragedia. Gran potere hanno sul cuore dell'uomo le cerimonie religiose, e noi ne siamo meno tocchi, perché abituati; ma osservate che le funzioni che si vedono rare volte, come quelle della settimana santa, e consecrazioni di vescovi, ecc., ci muovono assai più. Quasi quasi faccio un tratto di liturgia; ma io vi rendo conto delle impressioni ricevute da qualunque oggetto che il caso mi abbia fatto incontrare.
Domani dunque ho destinato di partire, e darò un addio per sempre a questo mestiere, che, a confessione di tutti quei che parlano schiettamente e lo provano, è un mestiere da disperato. Ho piacere d'averlo conosciuto anche per disingannarmene; se non avessi avuto la risorsa di finire la campagna in una bella città come questa, non mi troverei d'aver speso niente bene il mio tempo.
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