Io credevo che bastasse aver coraggio e buon senso per viver bene all'armata, credevo che vi fosse buon umore, della bizzarria, e che i bisogni fisici facessero appunto crescere l'industria per rallegrarsi; non so se tutte le armate sieno come la nostra, ma in verità non ho trovato che pochissimi oggetti grandi ed interessanti, e moltissimi disgustosi. Sentimenti non ne ho trovati generalmente in nessuno. Un giorno il capitano Collin entra nel mio quartiere ridendo smascellatamente. E perché? non poteva parlare pel gran ridere. - Ma cosa avvenne? - L'ho sempre detto -, dic'egli, - che queste austriache sono bestie. Or ora trovo una donna che seguita l'armata, aveva un ragazzo entro il barile che tiene sulla schiena, un altro per mano, un terzo che allattava gli è morto, l'aveva morto fra le mani, e la stolida, invece di ringraziare il Cielo che la libera di quel tedio, la stolida si disperava! -. Poi nuovamente si getta sopra un tavolo e smascellatamente rideva. Che ve ne pare? Quali sentimenti sperereste da tali uomini? Nelle marce, durante i calori dell'estate, che in questi paesi sono enormi, il povero soldato, vestito tutto di panno, giubba e sottogiubba, colla tracolla pesante di cuoio, colla pentola di rame sulla schiena, colla sua valigia pure sulla schiena, oltre il fucile, il berrettone, se è granatiere, e talvolta il bastone della tenda tutto sul suo corpo, il meschino soldato, al quale l'ufficiale ha talvolta l'inumanità di far portare anche la sua partesana, oppresso non può più reggere.
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Collin Cielo
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