Il secondo discorso sulla felicità ha per oggetto un argomento comunissimo sul quale tanti e tanti hanno scritto. Ei comparve stampato in Livorno l'anno 1763. sotto una mole più piccola, e la fortuna che ritrovò mi ha fatto animo a rifonderlo e dargli una forma più estesa. Forse il solo merito che hanno i miei scritti è quello che rappresentano le vere opinioni del loro autore e i veri suoi sentimenti. Io penso che la sola virtù può farci godere quel poco di felicità di cui siamo capaci, e che la sola coltura della mente può farci conoscere in ogni caso la strada della virtù. Queste verità utilissime non gioveranno che poco a richiamare sulla strada della felicità gli uomini incalliti dalla abitudine, o traviati per una funesta passione; ma assai possono giovare ai giovani, singolarmente in prevenzione, per non essere affascinati da errori funesti e preservare il loro animo dalla illusione che per lo più ci conduce all'affannosa miseria. Un uomo solo che meditando su queste tracce giunga a sottrarsi dalle insidie dell'errore ed evitare la infelicità mi ricompensa caramente del mio lavoro.
L'Economia Polìtica è il soggetto del terzo discorso il quale comparve stampato in Livorno l'anno 1771. Debbo mostrarmi grato al Sig. Giovanni Gravier che immediatamente lo ristampò in Napoli con espressioni che mi onorano; in Genova dalla stamperia dello Scionico ne comparve la terza edizione pure nel 1771. Il Galeazzi in Milano volle ristamparlo la quarta volta. Vorrei potere annoverare fralle edizioni anche quella fatta in Venezia da Giambattista Pasquali all'insegna della Felicità delle lettere, ma il pubblico giudizio non ha applaudito a quelle note che con inusitato metodo volle innestare al testo d'un autore vivente.
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