Questa ricerca per sè medesima spinosa forse mi può condurre all'errore. Forse la immaginazione mi farà traviare, lo temo io stesso; pure tentiamo. I varj tasti, sui quali debbo porre le dita, forse desteranno qualche idea nuova ne' miei lettori; lampeggierà forse fra questo bujo qualche utile vista, sebbene ancor io non riesca al mio fine. Sono ben augurati sempre gli scritti, che fanno ripiegar l'uomo in sè medesimo, e l'obbligano a rendersi un esatto conto di ciò che sente. L'esame attento dei fenomeni interni è lo specchio della filosofia e della morale umana. Quanto più l'uomo s'abitua a scorrere nei labirinti della propria sensibilità, quanto più si rende amico di se medesimo, tanto migliora, perchè tanto più teme le inconseguenze e i rimorsi. Quindi le ricerche che si fanno fra queste tenebre, quand'anche non giungano alla verità, possono paragonarsi ai lavori degli alchimisti, i quali traviando dallo scopo, hanno però, strada facendo, ritrovati non solo gli utili rimedj, ma altresì le preparazioni chimiche più fortunate.
§. II.
Dei piaceri, e dei dolori fisici, e morali.
Tutte le nostre sensazioni si dividono i due classi, e le chiamerò sensazioni fisiche e sensazioni morali. Chiamo sensazione fisica quella, l'origine di cui si vede cagionata da una immediata azione sulla nostra macchina. Chiamo sensazione morale ogni altra, in cui questa immediata azione non si conosca.
Il dolore che nasce da una lacerazione o irritazione violenta del corpo nostro, si chiama un dolor fisico; una forte percossa, un taglio, un abbruciamento cagionano un dolore fisico.
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