Questo dolor morale nasce dalla riunione de' fantasmi, che occupano la mia mente, onde la parte più nobile di me stesso, appoggiando sul passato, e sull'avvenire, più che sul momento attuale, e paragonando i due modi di esistere, tutta inviluppata nel timore dei mali preveduti s'immerge in un dolore morale.
Mi ripongo in una opposta situazione. Mi figuro che mi venga l'annunzio d'una luminosa carica ottenuta. Se io potessi dimenticarmi del passato, se io non mi slanciassi nell'avvenire, la novella recatami riuscirebbe insipida, e il mio animo non sentirebbe niuna sensazione piacevole. Ma si affacciano alla mia mente le ingiustizie, l'orgoglio, la fredda indifferenza, che hanno mostrato per me alcuni uomini insolenti per la loro carica sin tanto che restai disarmato e senza potere; mi spingo nell'avvenire, e li prevedo cambiati; mi trovava nell'impossibilità d'acquistarmi l'opinione pubblica, eccomi il campo aperto per guadagnarmela; ho in faccia degli amici che potrò coi beneficj rendere agiati, e sempre più ben affetti; gli emoli, o riconciliati o ridotti all'impotenza di nuocere; tutto questo ridente spettacolo mi si spalanca allo sguardo: tutte le sensazioni, alle quali vado incontro, già in parte mormorano nel mio interno; il giubilo, la consolazione invadono tutta la mia sensibilità; sono immerso in un voluttuosissimo piacer morale, perchè, poco o nulla pesando sul momento presente, tutto mi appoggio sul passato e sull'avvenire.
Questi due esempj generalmente convengono a tutt'i dolori morali, a tutt'i piaceri morali.
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