Altra sorgente di piacere ha un buon monarca, ed è quel ben augurato principio di umana benevolenza, deliziosa occupazione d'un ottimo principe, che esercitando la più invidiabile parte del suo potere, cioè adoperando i mezzi, onde si diminuisce la miseria d'un gran numero d'uomini, con questa sublime facoltà moltiplica le benedizioni, e i voti del suo popolo, dilatando la pubblica felicità, facendo regnare la giustizia, la fede, la virtù, l'abbondanza nel suo popolo. Il bisogno, che sente d'avere dei voti pubblici, bisogno inquieto e doloroso per sè stesso, ma sorgente delle più nobili azioni sconosciuta ai tiranni, il bisogno, dico, di questi voti gli rende deliziose tutte le prove di fiducia, di benevolenza, di entusiasmo, che va ricevendo dai pubblici applausi. Ogni giorno più vede egli assicurarsi in favor suo quella pubblica opinione, che dirige la forza. Ei vede gradatamente rendersi sempre più cospiranti a lui le azioni di ciascun cittadino; vede che s'ei dovrà adoperar l'impeto di fuori, concorreranno a gara i suoi popoli a rinforzarne gli eserciti; si mira già alla testa di una armata invincibile di entusiasti. Pensa egli a un grandioso monumento, a un'opera di pubblica utilità? Quanto egli è più amato, e più possede la opinione, tanto si spianano davanti a lui le difficoltà tutte. Egli sicuro passeggerà in mezzo al suo popolo, qualora voglia spogliarsi della importuna, ma forse a tempo necessaria pomposa maestà. Tutti questi sublimi e consolanti oggetti scuotono la fantasia d'un saggio monarca a misura che egli vi si occupa nel procurare la felicità pubblica; e la speranza di conseguire e di rassodare il possesso di questi beni è un vivissimo piacere, che lo rende beato; piacere non invidiato perchè poco conosciuto, mentre la turba, paga della corteccia degli oggetti, incautamente invidia quel pesantissimo corredo della maestà, e quelle insipide prosternazioni, e quei titoli, ai quali per lunga età avvezzo un sovrano non può essere sensibile; e quand'anche talvolta se ne avveda, non sarà per ciò che ne ritragga verun piacere morale, perchè ciò non gli fa cessare alcun dolore, nè gli seda un timore, o gli desta alcuna speranza.
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