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      Supponiamo noi in vece, che la prima sensazione sia stata un dolore? Se fosse vero che questo consistesse nella rapida cessazion d'un piacere, il dolor pure non sarebbe stato la prima sensazione. Dunque evidentemente si conclude non esser possibile quest'alternativa essenziale generazione; e se il piacer morale consiste nella rapida cessazione d'un dolore, ne viene per conseguenza sicura che il dolor morale non può consistere nella rapida cessazione del piacere, perchè il primo piacer morale che ha sentito l'uomo, sarà nato dalla distruzione rapida di un dolore che non è stato preceduto da verun piacere. Dunque o nè l'una, nè l'altra di queste generazioni è vera, oppure se una di esse è vera, l'altra è impossibile. Se dunque concludentemente si prova che il piacer morale sia una cessazione rapida di un dolore, ne verrà per conseguenza che il dolor morale non può consistere in una cessazione rapida di un piacere.
      Il signor di Maupertuis ha voluto calcolare i piaceri, e i dolori, e il risultato, che ne scaturisce al paragone, si è che la somma totale dei secondi eccede; onde valutata l'intensione e la durata delle affezioni dell'animo nostro, più pesano le disgustose che le amabili, e più soffriamo di quel che godiamo, qualunque sia la condizione e fortuna nostra nel corso della vita. Questa conseguenza, che ogni uomo trova pur troppo vera nella serie delle umane vicende, scaturisce, almeno per le sensazioni morali, dalla stessa definizione, che abbiam ritrovata del piacere. Questo è una rapida cessazion di dolore; questo non può mai essere una quantità maggiore di quella, che ha fatta cessare; può essere assai più energico, perchè concentrato in pochi istanti; ma la somma totale distesa per lo spazio di tempo in cui si è sofferto il dolore, che rapidamente è ceduto, non può esser minore dell'effetto.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





Maupertuis