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      Ogni lacerazione, che si faccia di un corpo vivente o col ferro, o col fuoco, ovvero colla compressione, cagiona quel sentimento, che esprimiamo colla parola dolore. I gradi poi di intensione differente hanno fatto inventare le parole irritazione, incomodo, pena, smania, spasimo e desolazione, colle quali s'indica il dolore a misura che dalla più debole azione passa ai modi più forti e violenti, giunto ai quali distrugge la sensibilità medesima, e l'annienta colla vita. Tale è la cagione di ogni dolore fisico, che sempre nasce da una lacerazione o sulle esterne, ovvero sulle parti interne del nostro corpo; giacchè anche la semplice compressione, o stiramento delle parti sensibili, sebbene non sempre lasci dopo di sè la cicatrice visibile della lacerazione, non può comprendersi se non immaginando una separazione violenta di alcune parti della organizzazione. Sin qui mi pare di appoggiarmi al vero, e di poter affermare, il dolor fisico esser sempre cagionato da una lacerazione, e distacco delle parti sensibili; ma come questa lacerazione produca in me dolore, come questo porti e noi, e gli animali tutti alla fuga, al moto, alle grida, questo è l'arcano, che io dispero di giammai conoscere. Il Sig. di Maupertuis mi ha detto che il dolore è una sensazione, che dispiace di avere, e lo saprei da me stesso, come ognuno lo sa; ma non per questo siamo noi avanzati punto nel labirinto della sensibilità. Giunto che io sia a conoscere che la lacerazione, e separazione di una parte sensibile produce il dolor fisico, e che questo non si dà senza di quella, io non ho più guida per fare un passo sicuro avanti; allora rimango abbandonato alla immaginazione; essa mi fa parere che la sensibilità nostra si raggruppi, per così dire, e si condensi tutta intorno alla parte del corpo nostro, che soffre lacerazione: sembra che il dolore sia un rannicchiamento forzato del nostro animo, e che la gioja che gli succede, qualora cessi rapidamente, sia una espansione dell'animo istesso che ripiglia il suo elatere, e si dilata sugli oggetti più rimoti.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





Sig Maupertuis