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      Il dolor de' denti medesimo, per quanto sia crudele e violento, talvolta è incerto a segno che indichiamo un dente sano come sede del dolore, il quale realmente risedeva nel dente vicino cariato, e fattovi più attento esame, chi lo soffre se ne avvede. Ciò accade perchè, come dissi, le parti di noi meno avvezze al tatto ci cagionano sempre delle sensazioni annebbiate ed equivoche. In fatti che altro significano queste parole tedio, noja, inquietudine, malinconia, se non un modo di esistere doloroso senza che ci accorgiamo di qual natura sia, o in qual parte di noi la sede del dolore? Ciò posto io rifletto che ogni uomo ha quasi sempre seco qualche dolore di questa natura, perchè ogni uomo ha qualche fisico difetto nella sua macchina; per esempio: qualche viscere sproporzionatamente grande, o angusto; qualche corpo estraneo o nel fiele, o ne' reni, ec. Un anatomico avrebbe di che troppo contristare un lettore con la serie de' mali, che può aver l'uomo entro di sè senza avvedersene; mali, i quali ci cagionano dei vaghi e innominati dolori, cioè dolori, che più o meno ogni uomo soffre senza esattamente distinguerne la cagione, e sono questi dolori innominati, dolori non forti, non decisi, ma che ci rendono addolorati senza darci un'idea locale di dolore, e formano vagamente sì, ma realmente il nostro mal essere, l'uneasiness, conosciuta dal pensatore Giovanni Locke. Questi dolori innominati sono a parer mio la vera cagione di quei dolori fisici, i quali a primo aspetto sembrano i più indipendenti dalla cessazion del dolore.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





Giovanni Locke