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      Un dolore intenso e breve piomba sui momenti più vicini alla nostra esistenza, e ci promette la pace per que' momenti che sono più discosti. Un dolore più durevole, e meno intenso ci presenta i momenti più contigui, più nostri sotto un'apparenza meno ripugnante; e sebbene per que' momenti più rimoti non ci lasci vedere la pace, la lusinga che nasca in questo intervallo qualche soccorso, che abbrevii i mali, sempre più o meno sta nel cuore; e quindi nasce che comunemente gli uomini si determinino più per l'intensione che per la durata, siccome dissi.
      Quantunque io creda generalmente condotto l'uomo a scegliere più per l'intensione che per la durata, non ne viene però che con uguale misura uniformemente ci determiniamo: anzi quanto più l'uomo è illuminato e placido nel suo giudizio, tanto si va egli accostando alla precisione nel calcolo, e sempre più va considerando la durata, perchè quanto più l'animo umano si trova vicino allo stato ch'io dissi, tanto più sa prevedere, e scostarsi dalla maniera di operare de' bruti, i quali quasi unicamente si determinano sugli oggetti esistenti, e feritori de' loro organi. In tre classi quindi io divido la maniera di sentire degli uomini, e sono le seguenti.
      La parte più comune degli uomini rimira più d'un oggetto a un tempo stesso, ma li vede con un colorito pallido, e contorni sfumati e incerti. Sono per lo più quindi dubbiosi ne' loro giudizj, timidi di equivocare nella scelta, ed essendo pure costretti a dare un corso alle loro azioni, son forzati a prender di norma l'imitazione, anzi che il raziocinio.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308