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      Col passare dei secoli, ai dolori fisici si aggiunsero i dolori morali, si sviluppò nell'uomo la gelosia di primeggiare; il fasto, l'orgoglio di alcuni insultò molti; taluno si riscosse, e per liberarsi dalla dolorosa umiliazione affrontò costantemente la fatica dell'ingegno e dell'eroismo; e per sottrarsi a quei dolori pungentissimi altri divennero guerrieri, altri legislatori, altri scopritori di verità; così nacquero le scienze e le arti dalle più facili sino alle più astratte e raffinate, così ogni bene del mondo ha la sua radice nel male, così il dolore è il principio dell'azione, e così l'uomo per sottrarsene lo affronta e abbraccia, sempre fuggendo dal maggior dolore, e sopportando la fatica, che pure è dolorosa perchè lo libera da dolori più forti.
      In fatti le nazioni, che abitano un clima dolce, ove la terra facilmente somministra l'alimento, sono la sede dell'indolenza; e ne' climi più aspri, e ne' terreni più avari veggiamo gli uomini spinti ad un'attività abituale, che forma nell'uomo quasi un bisogno di agire. Il regno della immaginazione sta nelle prime: questa s'alimenta co' vaghi deliri d'una vacua esistenza; ma il liceo delle scienze lo troverai presso le seconde; esse sono il risultato di sforzi continuati e combinati da una energica industria. Se nelle prime per la generale mancanza di azione la società degli uomini dorme costantemente sotto il governo d'un despota, detronizzato talvolta in un momento di furiosa impazienza, e ben tosto seguito da un altro despota; nelle seconde la società sempre è in moto, e difficilmente persevera i secoli nel medesimo stato.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308