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      L'occhio d'un fanciullo, e quello d'un uomo rozzo rimirano colla tranquillità e disattenzione medesima una facciata del Palladio, e un edificio di struttura capricciosa, che impropriamente chiamiamo gotica: il conoscitore delle belle arti crede di provare ad una vista il dolore, e nell'altra sente un piacere, perchè cessa rapidamente qualche dolore innominato in lui, e singolarmente il timore di non valer molto, perchè scopre qualche nuova combinazione, che confusamente sentiva di non poter trovare, o per altri moltissimi e sottilissimi dolori preparati sempre nello stato di società, ai quali quella vista ha dato un rapido ammorzamento. L'uomo incivilito per l'istesso principio anche nella società trova il tuono della voce di uno dolce e piacevole, e duro e ingrato quello d'un altro; la voce d'una donna talvolta seduce, e desta la sensibilità del cuore per un non so che di velato e sensibile che ella annunzia; il caraibo non se n'è avveduto mai. Alla cena un elegante europeo di questi tempi preferirà i vini del Reno, e della Borgogna agli altri; il meno raffinato cercherà una bevanda meno acida, e che conservi di più il sapore del frutto; dico un elegante europeo di questi tempi, perchè è verosimile assai che i nostri posteri trattino con noi come facciamo noi co' nostri antenati, e che ci compiangano per le nostre delizie nella musica, nella mensa, e in tutti i piaceri nostri di opinione, come facciamo noi della verdea, della malvasia, del Corelli, del Bernini, e di quanto formò il raffinamento degli avi nostri.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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