Quando è mai che l'uomo corra più avidamente in traccia dei piaceri? Ciò è nel punto in cui egli è più infelice, e soffre i mali maggiori. Dopo di un tremuoto, di un grande incendio, nel tempo della pestilenza l'uomo naturalmente punto da mille oggetti di miseria propria e altrui, si getta alla più libertina sfrenatezza; quei riguardi, che tenevano nella moderazione il cittadino in tempi migliori, nel disastro, nella folla de' mali sono troppo deboli fili; non è sopportabile lo stato continuato e atroce dei dolori morali; si rompono i ritegni, e si corre clamorosamente dietro un piacere qualunque, purchè s'ottenga una tregua ai mali con una rapida cessazion di dolore. Quanto è più violento il dolore, e quanto ne è più rapida la cessazione, tanto più intenso ne sarà sempre il piacere. I vecchj generali, induriti nella militare disciplina, e insensibili quasi alla gioja, si vedono dopo d'una battaglia vinta inondati di lacrime di allegrezza; sono in quel momento i più sensibili, i più cordiali uomini del mondo. I dolorosissimi sentimenti che assalgono il cuore d'ognuno al combattere, la natura che internamente grida, l'onore che forzatamente compone il nostro aspetto, la fortuna dello stato nostro, sentimenti violentissimi che ci stringono, scompaiono al momento che il nemico fugge, e quella rapida cessazione fa palpitare anco le fibre più incallite. Da una pericolosa burrasca un soffio celere di vento se ti salvi in un porto sicuro, vedrai i più insensibili uomini marinareschi abbracciarsi l'un l'altro con trasporto di gioia, gridare, cantare, abbandonarsi alla delizia cagionata dalla cessazione rapida dei mali.
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