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      Non mi si troverà un solo dolor fisico o morale, la di cui rapida cessazione, non sia un piacere. Non mi si troverà un solo piacer fisico ovvero morale, del quale sicuramente si possa dire non essere questo cagionato da una rapida cessazion di dolore o fisico, o morale, o innominato. Ecco ridotti con ciò i fenomeni della sensibilità a un solo principio, cioè alla fuga del dolore, giacchè l'amor del piacere si risolve in una fuga rapida del dolore, e così i due elementi della sensibilità nostra accennati all'introduzione di questo discorso, si risolvono in un principio solo, la fuga, come si è detto, del dolore; e dipendendo il dolor fisico dalla lacerazione, e il dolor morale dal timore, eccoci ai due ultimi termini, che immediatamente toccano la nebbia sacra del nostro essere, e che ci additano però i due mezzi, che producono il nostro movimento.
      Fra i misterj della fisica deve riporsi la elasticità. Una molla di fino acciaio stassene immobile sin tanto che non venga compressa: il mistero della sensibilità vi ha molta rassomiglianza; l'uomo privo di sensazioni rimane parimenti immobile; comprimilo, addoloralo, ei si rannicchia in sè stesso, e si move. Se la compressione è passeggera e tenue, la molla rimbalzando se ne libera e nel primo slancio si dilata anche oltre il limite in cui prima trovavasi; così la sensibilità, se il dolore sia moderato e passaggero, al cessare di esso la gioja sembra che la dilati e la estenda anche quasi fuor di sè: il dolore è quasi un raggruppamento, una condensazione; ed è espansiva, e sembra grandeggiare la gioja.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308