Comprimi la molla con eccessivo peso, ella perderà l'elasticità, o sarà infranta: opprimi l'uomo con eccessivo dolore, o lo renderai stupido, o lo ucciderai. Togli alla molla la compressione per gradi insensibili, e ritorna allo stato primiero senza ribalzo; toglimi insensibilmente il dolore, e giungo alla tranquillità senza piacere. Assoggetta la molla a un peso uniforme, e lasciala per molto tempo compressa immobilmente, la elasticità sarà diminuita, e non sarà mai più quella di prima: aggrava l'uomo di un dolore diuturno e uniforme, non riacquista più la squisita sensibilità di prima; col lungo tratto l'uomo s'indurisce ai mali, la sensibilità s'incallisce e cade nella indolenza o nella disperazione.
§. XIV.
Se nella vita siano più i dolori, overo i piaceri.
Sono adunque più i mali, o i beni in questa vita? La somma totale de' dolori è ella eguale, maggiore, ovvero minore della somma totale de' piaceri? Ogni uomo prova egli una porzione uguale di bene, e male? Su di tali questioni trattate ingegnosamente da vari illustri italiani all'occasione del libro del signor di Maupertuis io ardirò dire quello che ne sento, e quanto parmi scaturire dai principj già indicati. V'è chi osservò non essere due quantità paragonabili dolore e piacere, e non potersi mai esattamente trovare una di queste due serie di sensazioni, che sia eguale, o doppia, o tripla dell'altra. In fatti dammi un piacere, che esattamente valga un determinato dolore? La mente umana non ha mezzi onde graduarli, nè abbiamo veruna macchina che serva di misura, come i termometri, i pendoli, i palmi, le once ci fanno paragonare i gradi di calore, il tempo, l'estensione, i pesi ec.
| |
Maupertuis
|