La cura incessante di placare la non mai sopita invidia, la inquietudine di preservare i beni dall'invasione, la sollecitudine, il sospetto sugli attentati altrui, la sete sempre rinascente di accrescere gli acquisti, la non mai saziata avidità, la pena d'essere sempre come sul Teatro rappresentando un Personaggio in faccia del pubblico censore attento e difficile delle azioni d'un uomo che da povera condizione sia giunto alla ricchezza, la vista di eredi che hanno scritta in fronte la impazienza del nostro fine, i mali fisici che accompagnano la vita molle e affannata da un fascio di sventuratissime sensazioni, tale è lo stato a cui cerca di giugnere chi sconsigliatamenre desidera una grande ricchezza, Chiunque sei che possedi un moderato patrimonio, se ti è odiosa la infelicità, se brami di passare la tua vita il meglio che si può, stabilisci i confini ai tuoi desiderj, e sia quello il Dio Termine sacro e inviolabile posto dalla Sapienza. Un accrescimento che tu faccia ai beni tuoi oltre la tua moderata condizione è il seme da cui ripulluleranno innumerevoli nuovi desiderj che giammai non giugneresti a pareggiare col potere, Misura le tue spese, limita gli eccessi capricciosi, soddisfa i tuoi bisogni in prima, poi la decenza, se te ne rimane di più donalo alla beneficenza non mai al lusso, e sia certo che l'avaro egualmente che il prodigo sacrificano i bisogni reali ai bisogni chimerici, perchè il primo pospone i bisogni presenti ai venturi capricci, e il secondo preferisce i capricci presenti ai venturi bisogni; il primo sempre s'apparecchia per viver bene, e mai non vive realmente bene, l'altro divora tutto nel momento attuale, e si dimentica di viver bene nel tempo a venire.
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