Se in quest'anno la tua ricchezza di mille non ti basta e ne vuoi spendere mille e dugento, dunque nell'anno venturo tu spenderai solo ottocento, e come questi basterebbero se in quest'anno i mille non bastano? Questo facilissimo, popolarissimo ragionamento solo basta a tenere lontano ogni uomo dalla dissipazione e così dalla miseria d'essere in preda a inutili desiderj di ricchezza. L'uomo adunque facendo buon uso della ragione, datagli dall'Essere Eterno appunto per farne buon uso, può liberarsi e prevenire una folla di desiderj tormentosi di ricchezza, e così guardarsi da una moltitudine di lacci che lo strascinano, se è spensierato, alla infelicità.
§. III.
Della Ambizione
L'ambizione è forse la passione la più funesta insieme e la più benemerita; a lei dobbiamo la massima parte de' politici disastri e delle più grandi e utili imprese; i desiderj che la costituiscono hanno per oggetti la Gloria, la Stima, gli Onori.
Gli uomini energicamente organizzati e dotati d'una robusta maniera di pensare sentonsi angustiati dai due limiti tanto vicini fra il nascere e il morire: la loro esistenza è come compressa in un piccolo spazio, e quindi con un nobilissimo entusiasmo sentono il bisogno di estenderla a più lontani limiti di tempo e di luogo. Questi sono ambiziosi di Gloria, e cercano di lasciare ai secoli venturi e alle rimote nazioni vivo il loro nome o per conquiste o per regolamenti civili, ovvero coll'accrescere il deposito de' lavori dell'ingegno. Sono questi o soldati, o ministri, o uomini di scienze, di lettere e di belle arti.
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