Una società traviata dai principj costituenti la giustizia sociale, e condotta alla corruzione, lascia per l'opposto incerti i doveri e i dritti di ogni socio, e confuse sono le azioni d'ogni uomo: la felicità condensata in pochi, il fasto, l'orgoglio di questi, sempre più amareggiano lo stato di miseria, e di annientamento dei molti. Le leggi sono un atto di potere arbitrario, la diffidenza, la dissimulazione, la viltà serpeggiano in ogni ceto, si teme la verità, si fugge la vista d'una virtù luminosa il di cui baleno è troppo forte scossa alle deboli pupille della moltitudine: in questa società gli uomini restano tranquilli come l'acqua nelle pozzanghere, e di questa società perciò non ne vedi lo scioglimento, perchè le membra isolate dal timore e concentrate, non osano accostarsi fra loro e riunirsi a distruggerla: ivi la maggior parte di chi la compone non ha interesse a mantenerla, ma soltanto a non essere autore della dissoluzione.
Fra questi due estremi trovansi comunemente le società, onde per risolvere ne' casi di conflitto fra le leggi civili e quelle dell'onore sarà da calcolare se facciamo più male agli uomini indebolendo col fatto nostro le leggi dell'onore, ovvero indebolendo le leggi civili. Le prime tanto più diventano utili agli uomini in generale quanto meno lo diventano le seconde; anzi le prime s'annienterebbero e diverrebbero superflue quanto più le seconde si accostassero allo scopo della instituzione sociale, perchè l'onore essendo la legge della opinione universale degli uomini, ed opinando in questa parte con liberi suffragi tutt'i membri della società per accordare stima o disprezzo alle azioni a misura che sono o generose e nobili, ovvero abiette e codarde, non potrebbe mai la opinione universale libera degli uomini difapprovare l'obbedienza alle leggi che tendono anche alla maggior felicità di ciascun uomo, per quanto è possibile il combinare gl'interessi di tutti.
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