Così il Poeta, il Pittore, l'Architetto, lo Scrittore di Musica, lo Scrittore qualunque non può nella solitudine giudicare esattamente del proprio lavoro, ma forza è che ricerchi l'opinione di alcuni per decidere sul merito del suo talento, e consigliarsi affine di perfezionarlo. Ma il merito del tronco maestro, dirò così, cioè della elevazione del cuore e della forza del nostro ingegno noi soli possiamo giudicarlo. Se la certezza non comincia in noi, su i fàtti che accadono nel nostro interno, non è possibile che siano mai fermi e sicuri di veruna dimostrazione.
Conosciuto ch'io sia a me medesimo, definita ch'io abbia la vera e nuda altezza in cui mi trovo riposto, spogliato ch'io mi sia dei titoli e di quant'altro di posticcio mi dia la sorte, abituato a entrare ne' penetrali del mio essere, a conoscerli, ad esaminare le vicende del mio animo, io mi trovo collocato sopra di una base profonda e immobile d'onde più fermamente rimiro il giuoco delle umane vicende, e sebbene debole ed isolato io possa ricevere e mali e beni dal concorso delle cose che si movono intorno di me, nè il favore d'una fortuna capricciosa farà ch'io mi pregi più di quello che valgo, nè gl'insulti di lei faranno che io mi creda meno di questo che sono. Sarò ora lieto ed ora tristo, ma non mai insano; e questa fermezza d'un animo, che s'innalza sopra il destino e sta immobile nelle vicende, è il più gran bene che ci possa dare la ragione, e allora l'uomo acquista il massimo potere per resistere alla infelicità, il che sta rinchiuso nel precetto conosci te stesso.
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