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      Un ceto d'uomini non farà mai cosa che oltrepassi la mediocrità.
      L'uomo comunemente è debole, anche sotto di un aspetto libero e sereno sta covandosi nel cuore il timore. Questo timore è il padre della gelosìa, della invidia, e del sospetto. La debolezza permette a pochi il ragionare, pochi resistono alla fatica d'un lungo esame. La moltitudine ha ribrezzo per ogni azione vibrata, sia nel bene, sia nel male, loda le virtù facili e sociali, ammira le virtù un po' elevate, ma le azioni veramente sublimi o non le sente, ovvero le sente con ribrezzo, perchè danno troppo forte scossa alla debole sua esistenza. Cessa adunque, o Saggio, che cerchi la tua felicità di esigere dagli uomini quella generale ragionevolezza che ripugna alla loro costituzione, e in vece di affliggertene allorchè non la trovi, rimira ciò come un regolare fenomeno della nostra specie; se ami d'essere superiore colle forze della tua mente e del tuo cuore, non isdegnarti adunque se negli altri ritrovi mente e cuore più deboli; hai con ciò la dimostrazione della fuperiorità tua sopra dei volgari, essi camminano ad occhi bendati brancolando, e tu li vedi. Svanisce con ciò una classe d'impossibili desiderj, e si accresce il sentimento del tuo potere.
     
     
     
      §. VII.
      Dei movimenti del cuore
     
      Le verità fin ora sviluppate ci staccherebbero affatto dagli uomini, e ci concentrerebbero a vivere con noi medesimi se non avesse provvidamente riposti l'Autore eterno della Natura due principj nel nostro cuore, la compassione, e il bisogno d'amicizia.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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