Il bisogno d'avere un amico è piccolo negli uomini d'un carattere duro e poco sensibile, è grande negli animi delicati e afflitti o dalla fortuna, ovvero dai mali fisici, è quasi nullo negli uomini posti in superiore fortuna, sani e lieti, negli ambiziosi degli onori, negli avari, ne' maligni, e in tutti coloro, i quali debbon temere di lasciarsi conoscere quali internamente sono. Se tranquillamente esamineremo i beni e i mali, che in noi produce il bisogno dell'amicizia, dubito che ne sarà per comparire una verità poco consolante; sono tanto rari i caratteri meritevoli d'essere amici, sono tante e tanto volubili le passioni dell'uomo, che cercandoti un amico, il rischio è fortissimo d'essere finalmente deluso. In conseguenza di ciò gli antichi lasciaronci quel ferreo precetto di trattar sempre coll'amico, come se un giorno dovesse diventare inimico; precetto, il quale consiglia realmente a non avere amicizia per alcuno. Conosco che questa sarebbe la strada per vivere più sicuri e indipendenti: ma qual vita sarebbe mai la mia se mi considerassi vivendo fra gli uomini d'essere attorniato da velenosi serpenti, e se dovessi sempre in aguato, sempre in guardia avere la diffidenza in ogni lato! Comprerò io la felicità sacrificando il più nobile sentimento che mi rende sopportabile la vita! Io stimo che sia men male l'avventurasi talvolta anzi che l'esistere così solitario. Tristo colui che non può mai essere ingannato; egli ha un cuore di ghiaccio, ed è incapace del sublime entusìasmo della beneficenza!
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