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      Sotto la sferza alla scuola d'un pedagogo, fra i pericoli delle armi, fra le inquietudini d'una lunga navigazione si contraggono amicizie forti e durevoli; ma nelle società che chiamansi di bel mondo, gli uomini passano la vita senza accostarsi alla amicizia. I caratteri che ne sono capaci non sono ordinariamente facili a trovar piacere nelle comuni società, quel cicalío che basta a parecchi, li lascia annojati e scontenti, perchè poca parte vi ha l'ingegno, e meno il sentimento.
      Se poi dopo avere trascelto un amico colla prudente disposizione che la ragione c'insegna troverà il saggio d'essersi ingannato, soffrirà un male; nè sentirà il dolore nel mezzo del suo cuore; ma sarà questa una sventura come una febbre da risguardarsi come un appanaggio della nostra sensibilità. Gl'incauti per lo contrario che senza esame attento si gettano fralle braccia di chi si chiama amico, quando si lagnano della ingratitudine degli uomini, soffrono il castigo del loro errore. L'uomo opera in conseguenza dei principj che ha, e non in conseguenza dei principj che gli attribuiamo noi a capriccio. Esamina l'uomo, osservalo, adopera intensamente la tua ragione, e quella ti porrà sulla strada onde la compassione istessa, e il bisogno della amicizia in vece di indebolire il tuo potere lo accrescano, cosicchè per questi due sentimenti tu diverrai ancora più lontano dalla infelicità col pareggiare un più gran numero di desiderj.
     
     
     
      §. VIII.
      Se i mezzi per vivere felici crescano ovvero sceminsi in questo Secolo


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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