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      L'uomo saggio resta ugualmente distante e dalla inurbanità, e da quella servile passività, che lo dispone ad essere mero stromento di chi ardisce di adoperarlo. Un uomo debole non è mai sicuro della propria virtù.
      La virtù suppone una esistenza ferma e fondata sopra principj costantemente seguiti e difesi. Fralle nazioni corrotte tu vedi il sorriso sulla faccia dei cittadini. Fralle nazioni illuminate leggerai in fronte agli uomini la onorata sicurezza, e l'amore dell'ordine. In ogni nazione il saggio esamìna prima di determinarsi; si determina prima di agire; ha un carattere suo; conforma talvolta alla comune opinione le sue maniere esterne, non però mai i suoi sentimenti; ricerca in tutto di sviluppare i primi elementi delle proprie idee, affine di preservarsi dall'errore; e fralle verità possibili sente che la più importante, e dimostrata di tutte è, che deve cercare la propria FELICITÀ.
     
      INDICE DE' PARAGRAFI.
     
      §. I.
      Introduzione.
      § II.
      Della Ricchezza.
      §. III.
      Della Ambizione.
      §. IV.
      Dell'accrescimento del nostro potere.
      §. V.
      Di alcuni contrasti fralle Leggi.
      §. VI.
      Della conoscenza di noi e degli uomini.
      §. VII.
      Dei movimenti del cuore.
      §. VIII.
      Se i mezzi per vivere felici crescano ovvero sceminsi in questo Secolo.
      §. IX.
      Conclusione.
     
     
      DELLA ECONOMIA POLITICA
     
     
     
      §. I.
      Quale sia il Commercio delle Nazioni che non conoscono il denaro.
     
      Quelle società di uomini che non conoscono altri bisogni che i fisici, hanno e debbono avere poco o nessuno commercio reciprocamente. Contento l'uomo, allevato in quella società di avere assicurata la vita dalle insidie degli animali, dalla fame, dalla sete, e dalle stagioni, non può nemmeno sospettare, che lontano dal proprio suolo nativo vegeti qualche cosa, da cui possa trame utilità. Perciò le nazioni che noi chiamiamo selvagge non hanno commercio fra di esse, se non nella necessità di qualche carestia, o disastro qualunque, che le obblighi a ricorrere ai vicini, dai quali, o con qualche difficile concambio, o per mera umanità, o colla aperta forza trasportano il necessario mancante.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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