Se un terzo, un quarto, un quinto venditore, e così dicendo, si presentino al mercato offrendo la stessa merce particolare, sempre più diventerà piccola la porzione che ripartitamente ciascuno potrebbe vendere e sempre più diventerà minore la perdita del ribassato prezzo e riparata più facilmente con una dilatazione di maggior vendita, e così nascendo la gara di accumulare più sollecitamente la merce universale si andranno moltiplicando le offerte, l'abbondanza apparente sarà accresciuta, e il prezzo s'andrà diminuendo.
Accrescasi con questa norma il numero de' venditori, ella è cosa naturale che quanto più questo numero cresce, tanto più l'accordo fra di essi si rende difficile, tanto più il numero delle maggiori vendite compenserà la diminuzione del prezzo, e quindi si animerà l'emulazione e la concorenza; tanto più dunque crescerà l'abbondanza apparente, e tanto più si diminuirà il prezzo della merce. Io perciò prossimamente, dico che l'abbondanza apparente si misura col numero de' venditori.
Si è detto che il bisogno si misura sull'eccesso della stima che si fa della merce che si desidera in paragone di quella che si vuol cedere. Questo è vero; ma considerando la massa totale della società, con qual norma misureremo noi la quantità del bisogno? Dico che il numero de' compratori sarà una norma, se non esattissima per un Geometra, certamente in pratica la sola e sufficiente per servire di misura del bisogno. Per conoscerlo ritorniamo a un consimile esempio. Siavi un solo monipolista d'una merce; si è veduto che allora l'abbondanza apparente sarà minima: ma se di essa merce vi sarà un solo compratore, anche il bisogno sarà minimo, poichè il prezzo dipenderà dal conflitto eguale di due sole opinioni.
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Geometra
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