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      Quando io dico che conviene che i venditori ai compratori abbiano la maggiore proporzione possibile, non distinguo la classe degli uomini, per modo che un uomo medesimo non possa agire e nell'una e nell'altra. Ogni nazione è naturalmente composta di venditori, e compratori. Ogni venditore d'una merce è, e debb' essere compratore delle merci che consuma; anzi perciò ogni uomo è venditore perchè debb'essere compratore, essendo che senza un bisogno l'uomo non si scuote dall'indolenza, nè si pone al lavoro o al traffico se non per cercare i mezzi di procurarsi le consumazioni proprie. Una riproduzione che si consuma nello Stato ìmpedisce le perdite; una consumazione che ivi non si riproduce fa perdere; una riproduzione che non si consuma, e si trasmette fa guadagnare.
      Ho detto poc'anzi che tutte le operazioni di Economia Politica cadono sopra uno di questi due principj accrescere i venditori, ovvero diminuire i compratori. Con quai mezzi tenteremo noi di ridurre i venditori ai compratori alla maggior possibile ragione? Forse con leggi vincolanti, e coercitive? Saranno forse le leggi indirette? Questi oggetti meritano di essere esaminati.
     
     
     
      §. VI.
      Viziosa distribuzione delle ricchezze
     
      Il numero de' venditori sarà sempre maggiore in una nazione a misura che le fortune saranno distribuite con maggiore uguaglianza, e sopra un maggior numero. Vediamo in fatti che ne' paesi ove la sproporzjone delle ricchezze ci presenta il compassionevole contrasto della nuda affamata plebe, che dalle strade rimira l'orgoglioso fasto di alcuni pochi rigurgitanti di comodi e ricchezze, ivi scarsissimi sono i venditori di ogni merce tanto indigena che straniera, molti sono al paragone i compratori, e i prezzi talmente alti che pochissima esportazione posson fare agli esteri; l'annua riproduzione è ridotta stentatamente al necessario, la terra, su cui passeggiano uomini o avviliti o oppressori, mostra la sua faccia sterile e infeconda, tutto languisce e dorme aspettando o un Legislatore che voglia e possa, e sappia (combinazione fortunatissima!


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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