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      ), o l'estremità dei mali, i quali sono i più funesti, ma forse gli unici precettori che persuadono con intima convinzione quale sia la strada della verità.
      Quando le ricchezze della nazione sono costipate nelle mani di pochi, da quei pochi debbe il popolo ricevere l'alimento, e que' pochi venditori dispotici del prezzo obbligheranno la plebe a una stentata dipendenza. I pochi magnati, arbitri d'ingojare colle loro ricchezze ogni classe di merce cagioneranno in questo Stato frequenti monipolj e frequenti carestie artificiali. Nessuna abbondanza, nessuna libertà civile troverassi presso di quella nazione; il Commercio vi sarà sconosciuto e l'agricoltura vi sarà negletta. Che se la sproporzione delle ricchezze sarà nella divisione delle terre, dico che l'agricoltura non potrà prosperarvi generalmente giammai; poichè se il gran terriere farà coltivare a conto proprio tutta l'estensione de' suoi fondi v'è gran pericolo che anzi che tollerare l'affanno di assistere da vicino ad ogni punto della vasta sua proprietà con una inquietudine incessante, abbandonerà la direzione alla cura de' mercenarj, e nel seno della opulenza dormendo egli, tutto si farà languidamente. Che se il gran terriere confiderà a un fittuario il suo fondo, il fittuario proccurerà di ritrarre dal fondo quanto più siagli fattibile per lo spazio in cui dura l'affitto, nulla curandosi poi quand'anche diventi sterile e deserto il fondo pel tempo a venire. Laddove il mediocre possessore punto dal proprio bisogno, capace di vegliare sopra di una estensione limitata, cauto nella conservazione non meno che per la fecondità della sua terra, vi proccura la riproduzione massima, e i prodotti del suolo originalmente ripartiti in più proprietarj vengono al mercato offerti da un maggior numero di venditori, e così al prezzo più mite; nè v'è opera grande destinata a preservare o arricchire un distretto, la quale se da un ricco terriere può intraprendersi, non si possa del pari eseguire dalla associazione di molti possessori.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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