Questi è una parte sensibilissima del raccolto, e sarà almeno la quarta parte: E che diverrà lo stato (potevasi dire) se la spensieratezza, o l'ingordigia caverà da' granaj questo germe della ventura raccolta, e lo macinerà? L'incentivo dell'utile è sempre urgente; l'uomo sacrifica i bisogni dell'anno venturo agli attuali. Dunque si obblighi ogni possessore a depositare una proporzionata quantità di grano sotto la tutela pubblica per seminare il suo campo. Eppure questo non si è fatto mai; è mancato mai per questo il grano bastante a seminare? Non mai. Perchè l'interesse privato di ognuno quando coincide col pubblico interesse è sempre il più sicuro garante della felicità pubblica.
Che se si teme non la mancanza del Grano, ma l'esorbitanza del prezzo in seguito alla libertà, nemmeno questo timore è fondato. In uno stato vincolato, al tempo della messe ne è vile il prezzo, poichè come già si è detto, il possessore non trova che pochi compratori del suo superfluo. Ammassato poi il Grano in poche mani di monipolisti il prezzo s'accresce anche nell'interno, poichè gli artigiani, e la maggior parte degli abitanti nelle Città, formano una giornaliera squadra di compratori. Così la maggior parte dell'anno non resta il Grano al livello del prezzo che sarebbe utile, anzi necessario per sostenere la man d'opera nell'interno dello Stato. L'effetto dei vincoli si è di alzare il livello del prezzo interno, e assai più l'esterno delle nazioni che prendono la merce da noi; perchè l'effetto dei vincoli si è di radunare la merce in poche mani, cercando ognuno di sbrigarsi d'un frutto del quale non può liberamente disporre, e profittando alcuni pochi privilegiati della comune servitù per fare essi soli un privativo commercio tanto più seducente, quanto maggiore, e più rapida si è la fortuna che promette.
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