La libertà adunque nel Commercio de' grani non può giammai in nessuno stato, in nessuna circostanza portar nocumento nè alla sussistenza, nè all'abbondanza della nazione. Nè possono mai essere di giovamento gli ordini costringenti delle leggi. Se si dubiti della verità di questi principj se ne appelli la decisione alla sperienza, e si ritroverà che gli stati che non hanno nè corpi d'arti, e mestieri, nè leggi vincolanti all'uscita de' loro prodotti sono più floridi e opulenti degli altri, ne' quali tai organizzazioni coercitive sussistono, e tanto più s'accostano gli Stati all'ubertà, e all'abbondanza, quanto meno sì fatte leggi si tengono in vigore.
§. XDe' Privilegj esclusivi
Un'altra conseguenza emana da questi principj, ed è che tutte le privative, e tutt'i privilegj esclusivi, sono diametralmente contrarj al bene d'uno Stato. Pare veramente a primo aspetto, che un introduttore d'una nuova arte possa meritare questo favore di vedere interdetto ad ogni altro l'entrare in concorrenza con lui, e dividerne l'utilità. Questo principio d'equità prevalse, e tuttavia prevale in molti Stati senza eccettuarne anche alcuni de' più avveduti e sapienti; ma difficilmente mi si troverà una coltura, una fabbrica, un artifizio che siasi costantemente sostenuto, ed abbia ridotto il suo oggetto a perfezione ottenuto ch'ebbe il privilegio esclusivo. Tolta all'artefice l'emulazione, assicurato ch'egli sia d'essere il solo venditore, gli manca lo stimolo per far bene; e come alcune famiglie per essere state troppo facoltose spensieratamente vanno in rovina; così il monipolista facilmente si conduce a deperire.
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