§. XI.
Alcune sorgenti di errori nell'Economia Politica
Acciocchè i compratori ai venditori abbiano la maggiore proporzione possibile nell'interno della nazione, oggetto unico e primitivo a cui tendono tutte le operazioni dell'Economia Politica, e dal quale solo possono emanare la ricchezza, e la prosperità dello Stato coll'accrescimento dell'annua riproduzione, due mezzi naturalmente si presentano alla mente di ogni uomo, e sono accrescere il numero de' venditori, ovvero diminuire il numero de compratori. Se nella prima idea si può francamente progredire togliendo gl'inciampi, e lasciando vegetare spontaneamente l'attività degli uomini, nella seconda per lo contrario conviene adoperare somma cautela, e timidamente stendervi la mano più con tentativi per osservarne l'effetto che con colpi maestri e arditi.
In alcuni Stati si volle accrescere la proporzione fra i venditori e i compratori diminuendo questi ultimi, e si promulgarono leggi sontuarie. La sperienza ha provato com'elle sieno per lo meno pericolose, e il più delle volte funeste. Esse diminuiscono il numero de' compratori; ma fanno scemare anche in maggior ragione il numero de' venditori. Esse possono convenire ai paesi che ricavano la loro sussistenza da un precario Commercio di Economia, e a quei popoli, presso de' quali la riproduzione annua essendo tenuissima, sono costretti ad essere gli agenti, e i commissionieri degli Stati riproduttori. Possono a quei convenire, perchè la maggior parte de' loro venditori trae il suo utile dai compratori esteri, e poco perde togliendole i consumatori nazionali; ma dove nella nazione si crei ogni anno un nuovo valore che corrisponda alla total consumazione, quanto diminuirassi la consumazione interna, tanto si vedrà diminuire l'annua riproduzione, ammeno, che non si sostituisca una maggior consumazione d'un prodotto interno, il che sarà sempre l'opera del costume a cui debbono rivolgersi le leggi, e della opinione che convien cercare di far nascere, senza che l'oracolo del legislatore l'intimi direttamente.
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