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      Si è veduto al paragrafo terzo per qual modo gli Stati proporzionino la loro consumazione alla riproduzione annua, e come de' due modi co' quali ciò può farsi, l'uno sia malaugurato, e fausto l'altro: lo stesso dico in questo luogo del modo di accrescere la proporzione fra i venditori e i compratori. Quando ciò facciasi per addizione si spinge lo Stato alla prosperità, e da quella in vece si allontana qualora si tenti farlo per sottrazione. Non si debbe estinguere il principio vitale della società, nè si può utilmente diminuire la quantità totale del moto giammai. Quella sola porzione di moto utilmente si spegnerà che sia un ostacolo allo sviluppamento d'una quantità di moto maggiore. Le provide leggi limitano le azioni degli uomini quando esse si oppongono alla espansione e stabilità delle azioni prese nella loro totalità. Se il legislatore lasciasse libera e impunita la frode ne' contratti, sicuri e tranquilli i falliti dolosi, placida e serena la mala fede, queste azioni rese libere diminuirebbero una quantità assai maggiore di azioni; poichè tutt'i commercj, tutt'i contratti che si fanno sull'appoggio della buona fede verrebbero annientati. Non consente la natura di questo libro ch'io dirami questo principio il quale potrebbe stendersi su tutta la Teoria delle Leggi, e servire di esatto confine alla civile libertà; un cenno basta perchè i pensatori ne ravvisino l'ampiezza e la trascorrano; dico adunque soltanto che ogni diminuzione che vorrà farsi sulla quantità totale del moto, e nelle stabili azioni della società, sarà un passo verso la distruzione della medesima.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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