Le leggi tassattive del prezzo sono ingiuste col compratore se fissano un limite al di sopra del prezzo comune; sono ingiuste col venditore, se lo fissano al disotto, e sono inutili se si attengono al vero livello del prezzo comune.
Molti popoli hanno dovuto sentire i mali della tassazione del prezzo nel modo il più funesto, cioè colla carestia. Anche nell'anno 1771 una Provincia di Germania ha sofferti i mali della fame, e ne sono periti degli abitanti nel tempo in cui colle ricerche fattesi dipoi si trovò grano bastante, e abbondantemente bastante per la consumazione; ma quel grano i proprietarj l'avevano segregato, perchè era stato tassato un prezzo di cui non si contentavano. La Teoria mi pare evidente, e tosto che vi è un confronto, tosto che vi è un compratore e un venditore ella si verificherà.
In fronte della maggior parte delle leggi, che le nazioni ereditarono dai loro padri si trovano scritte quelle ferree parole forzare e prescrivere. I progressi che la ragione ha fatto in questo secolo cominciano a farne vedere di quelle che hanno la benefica divisa invitare e guidare. Qualunque sia la forma di governo sotto la quale vive una società di uomini, a me pare che sia interesse del Sovrano di lasciare ai Cittadini la maggiore possibile libertà, e toglier loro quella sola porzione di naturale independenza che è necessaria a conservare, o migliorare l'attual forma di governo. A me pare che ogni porzione di libertà che ultroneamente si tolga agli uomini sia un errore in politica, essendochè quell'ultronea azione del legislatore sente in faccia del popolo il solo potere: l'imitazione, gradatamente si diffonde; s'indeboliscono l'idee morali nel popolo; e a misura che si diffida della sicurezza, si ricorre all'astuzia; laonde moltiplicati che sieno questi errori in politica fatalmente la nazione diverrà timida, poi simulata, finalmente inerte, e spopolata se il potere troppo familiarmente esercitato giunga all'oppressione.
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