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      Ma dovunque si possa col mutare di qualche circostanza cambiare il grado della fiducia pubblica verso di quelle rappresentazioni della merce universale, ivi saranno in pericolo di rivoluzione le opinioni, e le fortune private, nè mai queste instituzioni potranno ampliarsi al di là di un certo limite senza pericolo.
      I Banchi fanno l'effetto di raddoppiare quella massa di merce universale che ricevono, poichè resta nello Stato e la merce universale e la di lei rappresentazione. Pare adunque che dovrebbero far accrescere i prezzi delle merci particolari; ma la rapida circolazione che introducono distribuendo il guadagno sopra un maggior numero di contratti può non solamente impedire l'innalzamento del prezzo, ma anche ribassarlo colla moltiplicazione sempre maggiore de' venditori, e così accrescendosi le compre, e le vendite, e le consumazioni interne, si può accrescere in maggior proporzione l'annua riproduzione.
      Se gl'interessi de' Banchi pubblici fossero alti, questi farebbero il sommo male d'invitare i Cittadini a depositare su i banchi il loro capitale, e abbandonare ogni industria. Il pericolo della mala fede produrrebbe un buon effetto in quel caso, e a questo timor solo sarebbero debitrici l'agricoltura e le arti di non essere affatto derelitte. Gli Stati talvolta, allorchè sono giunti alla corruzione, ricevono un bene da quei principj medesimi che gli hanno corrotti, e la moltiplicità dei cattivi principj produce per avventura l'effetto che due principj distruttori e opposti si elidono scambievolmente.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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