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      Per convincersi di questa verità, cioè che la quantità del denaro circolante nello Stato è di gran lunga minore del prezzo totale, a cui si vendono le consumazioni annue; basta riflettere quanti saranno gli uomini che al primo giorno dell'anno possedano il denaro effettivo bastante alle spese che dovranno fare nel corso di 12. mesi. Pochissimi certamente; forse uno appena ogni mille abitanti, e quest'uno sarebbe un cattivo economo. Quanti nella nazione al primo dì dell'anno possederanno il denaro appena bastante per il lor vitto d'una settimana? Tutti i coltivatori della Terra, tutt'i salariati, tutt'i piccoli artigiani, quasi tutto il popolo minuto e della città, e della campagna. Non vi è adunque che il moto e il giro che fa il denaro per cui possa supplire alla contrattazione annua. Accrescendosi la massa del denaro distribuita su molti, cresceranno, come si è detto le voglie, i bisogni, i contratti, e sempre più s'andrà moltiplicando l'annua riproduzione, e la quantità delle merci particolari, quanto maggiore moto prenderà la circolazione della merce universale. Se si potrà conoscere la quantità della riproduzione annua, e la quantità della merce universale in circolo, si saprà la quantità del moto della circolazione, e a vicenda se due di questi elementi saranno conosciuti, se ne conoscerà ii terzo.
      L'uso delle manifatture d'argento, e d'oro; il denaro ammassato ne' scrigni, e sottratto alla circolazione son dunque un bene, o un male per lo Stato? Rispondo che sotto a un provido governo questo debb'esser sempre un male, essendo che nelle urgenze pressanti dello Stato non è permesso costringere un Cittadino più che l'altro a concorrervi se non sull'estimo censibile apparente di ciascuno generalmente, e così svanisce tutta l'utilità che potea sperarsi da questi tesori, i quali se in vece circolassero nella nazione, spingerebbero la riproduzione annua a maggiore ampiezza e dilaterebbero il vero e real fondo della ricchezza e della forza nazionale.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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