In fatti un vasto regno o avrà miniere, ovvero avrà un vasto commercio il quale porterà l'introduzione de' metali nobili non monetati; così ha la materia prima della Zecca; e la necessità di risarcire la diminuzione che fassi coll'uso, logorandosi la moneta, non potrà lasciare oziosa quell'officina la quale, come dissi, accrescerà la somma del denaro circolante; ma uno Stato minore che non abbia miniere dovrà per battere moneta o fondere i metalli comprati, o fondere l'estera moneta; se compra, altrettanta moneta esce; se fonde, altrettanta moneta scompare; se il conio e la spesa della monetazione si risarciscono sulla stessa moneta, tanto ella avrà d'immaginario che gli esteri non valuteranno; se vorrassene risarcire con altrettanta diminuzione sulla moneta erosa destinata ai rotti ed ai piccoli contratti, questa rifiutata dagli esteri in uno Stato piccolo porterà un accrescimento del numerario nella moneta nobile. Dico perciò che i piccoli Stati poichè abbiano valutato nella tariffa ogni moneta circolante al prezzo comune del metallo avranno l'ottimo sistema. Se il Gigliato sarà dieci lire, la lira sarà la decima parte del Gigliato. Il Gigliato sia 70. grani d'oro puro, la lira farà sette grani d'oro puro, ovvero cento cinque grani d'argento puro posta la proporzione di 1. a 15. e ognuno intenderà cosa sia lira senza bisogno d'una moneta che abbia questo nome.
La officina di una Zecca è la sola di cui non si vuol pagare la manofattura, eppure questa manofattura è di somma necessità, poichè senza di essa converrebbe pesare non solo, ma saggiare i pezzi di metallo che si volessero dare in pagamento e non vi sarebbe la merce universale.
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