Tutte le merci che si trasportano nate e cresciute entro dello Stato non s'indrizzano sempre immediatamente al termine a cui debbon giungere, e dove si consumeranno; altra sorgente d'errore, perchè dai registri delle dogane si troveranno poste a debito d'un paese per dove non fanno che transitare. La terza sorgente d'errori nasce dalla imperizia de' vetturali, e condottieri, dai quali poca esattezza si può sperare, e la loro sola notificazione è quella che si scrive ai libri delle dogane. Queste tre inevitabili e vaste sorgenti d'errori debbono scorrere sopra una simile operazione; e poichè si avrà il prospetto imperfettissimo dei rapporti che una nazione ha con ciascuna delle nazioni comunicanti con lei, di quale utilità sarà una simile divisione? Di nessuna precisamente; perchè laddove ci crediamo d'essere creditori, una tratta d'un banchiere ci può aver fatti debitori, e viceversa. Che se per ottenere una apparente organica distinzione si sia ommesso l'essenziale, cioè la vera organizzazione aritmetica che assicuri la verità delle somme col richiamare agli elementi si farà fatto un cattivo cambio, perchè si sarà abbondonata la realità per l'apparenza. Uno Stato è una vasta famiglia; preme il sapere esattamente in fin d'anno s'ella migliori o scapiti; quai sieno gli articoli su i quali s'impoverisce; quali sieno quelli su i quali si rinforza; il nome de' creditori, e de' debitori suoi è assai indifferente, e la patria originaria delle merci presso a poco si sa. Io credo adunque che lo spoglio de' libri delle dogane debba farsi colla distinzione di ogni merce, col prezzo di ciascuna, e coll'unica divisione mercantile dare ed avere, ma che si faccia, lo ripeto, con un conteggio non arbitrario, ma giustificabile in ogni asserzione.
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