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      Un milione d'uomini ammassato in una Città è assoggettato tosto che l'inimico posseda alcune batterie che la dominino, lo stesso numero diradato nè si conquista, nè si custodisce sì agevolmente. I Parti, gli Sciti, gli Arabi, i Tartari, la Storia tutta ne fanno fede. Ma in una nazione che abbia poco a temere d'essere invasa, e che non aspiri a conquiste non sarà di nocumento l'aver molto popolo nelle città, essendo che queste portano in conseguenza una coltivazione delle terre sempre proporzionata alla consumazione, tosto che lo Stato le abbia naturalmente fecondabili.
      Un filo d'erba la più comune, mietuto sul prato è un pezzo di materia inerte finchè resta isolato, ovvero raccolto in piccole masse; ma se si ammucchii un voluminoso acervo di quest'erbe recise vedrassi nascere la fermentazione, schiudersi un calore, propagarsi un moto in tutta la massa, la quale giungerà ad accendersi, ad avvampare illuminando l'orizzonte. Ogni grappolo di vite qualora sia da se, o con pochi altri simili, si scioglie in una materia fecciosa, ma compressi in gran copia in un recipiente, l'urto vicendevole delle infinite volatili particelle, agita la massa tutta, e in lei ovunque propaga l'effervescenza, e ne stilla un liquore che spande nell'atmosfera fragranti aromi riscuotenti, e nelle vene di chi ne gusta, vita, e gioventù. Tale è la pittura dell'uman genere, l'uomo isolato, è timido, selvaggio, e inetto; diradato ch'ei sia o unito a pochi, poco o nulla sa fare; ma una unione di moltissimi uomini ammucchiati, condensati, e ristretti in piccolo spazio si anima, e fermenta, e perfeziona, e spande tutto all'intorno l'attività, la riproduzione, e la vita.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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