Secondariamente l'idea della privata proprietà è assai più radicata nell'animo dell'uomo di quel che non lo sia l'idea generale dell'organizzazione politica d'uno Stato; e siccome il tributo è una diminuzione delle proprietà, ed è una relazione fra l'uomo e lo Stato, ogni individuo sente più la parte che è diminuita, di quello che senta il legame dei rapporti che la bilanciano. Ciò non ostante io credo che se in ogni tempo fosse stato il tributo sempre un fondo giudiziosamente impiegato, l'opinione pubblica lo risguarderebbe come un debito sacro; e forse il costume avrebbe radicata negli animi tanta vergogna al sottrarvisi, quanta ne prova ogni uomo spontaneamente unito in una privata società, se non possa pagare la sua porzione: avendo risentita la sua parte nel bene. Se i costumi hanno associata una macchia, e una vergogna a chi non paga i debiti del giuoco; perchè non se ne infligge altrettanta a chi non paga i debiti al mercante, o all'erario? Sarebbe mai per la ragione che agli ultimi provvede la legge, ai primi no? Forse è da osservarsi che l'abuso fatto in altri tempi del potere legislativo, e il più grande abuso moltiplicatosi di rendere incerta, e dubbiosa ogni legge colla interpretazione, hanno impressa nel cuore degli uomini un'idea poco favorevole alla legge, e perciò l'opinione pubblica assolve fin dove si può, quello che la legge condanna. Nelle nazioni che hanno una felice legislazione scorgesi maggiore coincidenza fralle leggi e i costumi; le condanne sono uniformi, e nel tribunale e nella opinione pubblica.
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