Se ad un podere si accrescano di tributo perpetuo trentacinque lire annue quel podere al momento è diminuito di prezzo mille lire per lo meno, giacchè gl'impieghi in fondi stabili si fanno a meno del 3 1/2 per 100. e il padrone del fondo se lo venderà riceverà mille lire di meno del suo podere. Quand'anche collo scorrere di molti anni, mutando padrone i fondi, dovesse trovarsi la società in un felice sistema, resterebbe da vedere se sia cosa poi tanto ragionevole il sacrificare totalmente il ben essere della società vivente, e avente una odierna ragione di bene esistere alla ventura società di ignoti successori. Io non lascerò di condannare la spensieratezza de' nostri antenati i quali con molte cattive operazioni e con debiti pubblici hanno fatto cadere sulla generazione vigente la pena de' loro abusi; ma l'altro estremo è vizioso del pari. Sin tanto che gli affari politici saranno maneggiati dagli uomini, e che le opinioni vi avranno il loro giuoco non meno che i movimenti sconosciuti che noi chiamiamo fortuna credo che sarà sempre un cattivo partito l'affrontare un male certo e sensibile per ottenere un bene pubblico in un tempo rimoto che sarà sempre incerto, perchè entro un lungo spazio di tempo accadono dei bisogni e delle circostanze affatto imprevedibili ad una nazione.
Ho detto al §. XXX. che il tributo si conguaglia sopra i consumatori: ma un tributo di slancio imposto sopra i fondi di terra diventa una perpetua servitù passiva del fondo, e una diminuzione del capitale, e una vera sterilità politica rispetto al proprietario attuale; il quale se vende il fondo non si risarcirà del tributo giammai e lo avrà portato solo, se lo conserva non potrà giammai risarcirsi sulle vendite de' frutti delle sue terre ammeno che non venisse intercetto l'ingresso nello Stato di simili frutti; operazione ostile per tutto il popolo e che importerebbe le gabelle per custodia togliendo la uniforme semplicità che si ricerca da chi così propone.
| |
Stato
|