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      Sin tanto adunque che si aggraverà la parte dominicale del proprietario terriere di tutto il tributo che pagavano i contadini, e i salariati; con queste operazioni si saranno ottenuti due ottimi fini; cioè rendere più certa, e indefettibile la rendita per l'erario, e sollevare il proprietario medesimo, gli agricoltori, e i salariati dall'arbitrio, e dalle maggiori spese della percezione dell'antico tributo.
      Ma in una nazione si considera che la quinta parte di essa vive nelle città, e sebbene quella proporzione asserita da uno scrittore, che fu dei primi a meditare sopra alcuni di questi oggetti sia stata contrastata da un filosofo Inglese, si troverà in pratica generalmente vera. Delle quattro quinte parti della nazione che vivono fuori delle Città, ve n'è una porzione sensibile che non vive d'agricoltura, ma bensì sulla negoziazione. La parte che vive nelle città non è certamente composta tutta di possessori delle terre, e de' loro salariati. Vi è un ceto considerabile di Cittadini possessori di merci, e molti salariati dipendenti da essi, e tutta la somma del tributo che attualmente pagano i possessori delle merci e loro salariati sarebbe una somma di sopraccarico che caderebbe sulle terre con troppo peso ai proprietarj, e con fisica e reale diminuzione della loro ricchezza.
      Quando tutto il tributo fosse sulle terre egli è vero altresì che il proprietario per le consumazioni proprie, come vitto, vestito, addobbi, livree, cavalli, e loro mantenimento ec. riceverebbe un sollievo, poichè tanto meno dovrebbe spendere per questi oggetti, quanto era il valore del tributo che portavano, delle spese della percezione di esso, e dell'arbitrio, a cui era sottoposto.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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