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      Riflettono alcuni che nelle città più floride si pagano i più gravosi tributi, e quasi sembrano a questi attribuirne la prosperità, la quale in vece è cagione si sopportino senza discapito i gravosi tributi. Se qualche volta su gli Stati animati da una estesa industria una cattiva operazione non produrrà apparentemente mali effetti, ciò avviene perchè le grandi masse, dove la materia sia ben compatta, riscaldate che sieno sono più lente a perdere il calore. Quanto più è ristretto uno Stato, tanto egli è più facile il rianimarlo, siccome il condurlo alla rovina. A misura che le masse d'uomini grandeggiano, maggior tempo e spinta vi vogliono a dar loro moto sì al bene, come al male.
      È seducente la pittura che può farsi a persuadere che il tributo sia un bene. Osserviamo generalmente le nazioni della terra, vedremo i climi più dolci, i paesi più secondati dal sole esser popolati da nazioni povere, mancanti d'attività e che appena conoscono industria; per lo contrario i climi i più ingrati, se non restano deserti, sono abitati da nazioni ricche, e da popoli industriosissimi. Vi fa bisogno di un freddo sommo perchè l'uomo inventi abitazioni deliziose, nelle quali si respiri un'aria soavemente tepida nel maggior rigore dell'inverno. Vi fa bisogno del mare che sovrasti minacciando di sommergere una nazione perchè ivi le terre diventino i più fecondi giardini del mondo, ricchi di cose peregrine. Poni un popolo sopra di un sasso nudo e sterile, minacciato d'una continua fame e lo vedrai diventare il più ricco e abbondante del contorno.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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