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      Gli effetti di queste leggi dirette e vincolanti sarebbero la spopolazione, e la desolazione dello Stato. L'evasione crescerebbe, perchè l'uomo ama meno lo stare dov'è costretto, che dove spontaneamente soggiorna; sarebbero ripiene le carceri d'infelici Cittadini non d'altro rei che di non aver tradita una fanciulla associandola alla loro miseria; sarebbero le comunità esposte alle esecuzioni militari per non aver coltivata quella terra, per la quale mancavano le braccia; gli sgherri e la feccia degli uomini romperebbero l'asilo delle domestiche mura per inquirere su metodi prescritti per le preparazioni. In questa ebulizione interna la confusione, il disordine, l'avvilimento si spanderebbero in ogni parte, e si rifugierebbero i popoli affannati presso i finitimi, cercando una nuova patria, ove tranquillamente passar la vita, sicuri di goderla in pace, fintanto chè le loro mani saranno monde da ogni delitto.
      Il provido Ministro di Economia pubblica indirettamente camminerà a questo fine, colle preferenze ed onori renderà rispettabile lo stato conjugale; rianimerà l'industria col toglierle i ceppi, collo spianarvi le strade, coll'assodare la proprietà, preziosissimo bene dell'uomo sociale, col procurare agli abitanti un'intima persuasione della sicurezza propria, nel che solo consiste la libertà civile; snoderà l'attività degli uomini, in una parola, per tutti que' mezzi che si sono veduti, e ne verrà in conseguenza che la popolazione crescerà, si dilaterà la coltura, si perfezioneranno le arti tutte.


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Discorsi sull'indole del piacere e del dolore; sulla felicità; e sulla economia politica
di Pietro Verri
Editore Marelli Milano
1781 pagine 308

   





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