Ogni individuo, supposto anche della più retta e imparziale intenzione, ha sempre i suoi privati punti di vista, dai quali rimira l'oggetto; e siccome l'unione di più architetti collegialmente raccolti non produrrà mai una regolare, ed uniforme bruttura di un disegno; così nemmeno io credo che un ceto di uomini a guisa di tribunale possa mai organizzare un regolato sistema di riforma. Che se poi le passioni, le simultà, le propensioni, le quali talvolta per umana debolezza entrano negli animi vengano a frammischiarvisi, l'attività degli uomini impiegati si disperderà in tutt'altro che negli oggetti immediatamente destinati al servizio del Sovrano, cioè al bene del pubblico, di che ne vediamo gli esempj nelle storie, e i fatti domestici di molti Stati ne fanno testimonianza. Dovunque siasi fatta mutazione essenziale, dovunque con qualche rapidità, e felice successo si saranno sradicati gli antichi disordini, si vedrà che questa fu l'opera di un solo lottante contro molti privati interessi, i quali se a pluralità di voti si dovessero singolarmente dibattere altro non cagionerebbero, che lunghe e amare defatigazioni. Quindi a me sembra che se in tutte le cose, le quali hanno per oggetto l'esecuzione delle leggi già fatte è utile, anzi indispensabile il farne dipendere la decisione dalla opinione di più uomini; per lo contrario dove si tratta d'organizzare sistemi, e dirigere il corso a un determinato fine, sorpassando le difficoltà che si frappongono, e che tutte non possono mai prevedersi, necessità vuole che quest'impeto, e questa direzione dipenda da un sol principio motore; siccome la dittatura fu appunto presso i Romani nelle cose ardue adoperata felicemente, e per lo contrario l'instituzione de' Decemviri col disgraziato esito che sappiamo.
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