Ma la natura non è prodiga de' suoi doni.
Quanto più sarà grande il numero degli uomini illuminati nella nazione, tanto maggiore sarà la probabilità che il Sovrano ritrovi l'uomo che somigli al carattere che se ne è fatto. È inutile ch'io soggiunga quanto sia necessario l'averlo ben definito, e provato prima di concedergli nelle mani un'autorità così estesa, e tanta influenza sulla tranquillità del popolo. È inutile pure ch'io dica quanto debba esser forte e costante la protezione sovrana verso dell'uomo trascelto, contro di cui in ogni paese non mancheranno d'alzarsi reclami, e accuse. Tutto convien che vada nell'epoca della riforma colla maggiore sollecitudine e attività, acciocchè quest'epoca sia più breve che si può, e termini coll'avere organizzato un sistema regolare, placido, e niente arbitrario; e in quel momento felice cessi il potere dell'uomo, e ricomincino a regnare le sole leggi. Poichè gli uomini muojono, ed i sistemi restano; e convien scegliere gli uomini per gl'impieghi, come se tutto dovesse dipendere dalla loro sola virtù, e organizzare i sistemi, come se nulla si dovesse contare sulla virtù degli uomini prescelti; e come cessato il bisogno per cui s'era creato un Dittatore finchè Roma fu felice, l'autorità di esso s'annientò; così pure cessata la necessità nello Stato, l'amministrazione delle Finanze già rettificata, e resa semplice potrà confidarsi anche a un ceto di più uomini custodi di una legge già fatta, e confacente agl'interessi della nazione.
§. XL.
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Sovrano Dittatore Roma Stato Finanze
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