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      Allora feci molte annotazioni sul proposito, le quali rimasero oziose. Parimenti già da più anni riflettendo io al fatto, che fece diroccare la casa di un cittadino e piantarvi per pubblico decreto la colonna infame, dubitai da principio se fosse possibile il delitto, per cui vennero condannati molti infelici, indi decisamente fui persuaso essere impossibile e in fisica e in morale che si diano unzioni artefatte maneggevoli impunemente dall'autore, le quali al solo tatto esterno, dopo essere state all'aria aperta sulle pareti delle strade, cagionino la pestilenza, e che possano più uomini collegarsi affine di dare la morte indistintamente a tutta la loro città. Mi venne a caso fra le mani il voluminoso processo manoscritto che riguardava quel fatto, e dall'attenta lettura mi trovo convinto sempre più nella mia opinione. Questo libro è nato dalle osservazioni fatte e sugli autori criminalisti e sul fatto delle unzioni venefiche.
      Cerco che il lettore imparziale giudichi se le mie opinioni sieno vere o no. Io mi asterrò dal declamare, almeno me lo propongo; e se la natura mi farà sentir la sua voce talvolta, e la riflessione mia non accorrerà sempre a soffocarla, ne spero perdono: procurerò di reprimerla il più che potrò, giacché non cerco di sedurre né me stesso né il lettore, cerco di camminare placidamente alla verità. Non aspetto gloria alcuna da quest'opera. Ella verte sopra di un fatto ignoto al resto dell'Italia; vi dovrò riferire de' pezzi di processo, e saranno le parole di poveri sgraziati e incolti che non sapevano parlare che il lombardo plebeo; non vi sarà eloquenza o studio di scrivere: cerco unicamente di schiarire un argomento che è importante.


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Osservazioni sulla tortura
di Pietro Verri
1804 pagine 93

   





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