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      Qual'inverosimiglianza vi era mai nelle risposte del disgraziato Guglielmo Piazza? Egli abitava nella contrada di S. Bernardino, e non alla Vedra, poteva benissimo ignorare un fatto notorio a quel vicinato. Che obbligo aveva quel povero uomo da saper chi fossero i deputati della parrocchia? Che pericolo correva mai egli, se gli avesse conosciuti, nel dirlo? Che pericolo correva mai se diceva pure di aver saputo che fossero state unte le muraglie alla Vedra?
      Venne riferito al senato l'esame fatto e il risultato dei tormenti dati a quell'infelice: decretò il senato che il presidente della sanità e il capitano di giustizia, assistendovi anche il fiscale Tornielli, dovessero nuovamente tormentare il Piazza acri tortura cum ligatura canubis, et interpollatis vicibus, arbitrio etc. [con aspra tortura, con legami di canapa e viti intercalate, ad arbitrio]; ed è da notarsi che vi si aggiunge, abraso prius disto Gulielmo et vestibus curiae induto, propinata etiam, si ita videbitur praefatis praesidi et capitaneo, potione expurgante [dopo aver provveduto a rasare il capo al sunnominato Guglielmo, a vestirlo con abiti curiali e, se sembrava opportuno al presidente e al capitano predetti, a somministrargli una pozione purgativa]: e ciò perché in quei tempi credevasi che o ne' capelli e peli, ovvero nel vestito, o persino negli intestini tranguggiandolo, potesse avere un amuleto o patto col demonio, onde rasandolo, spogliandolo e purgandolo ne venisse disarmato. Nel 1630 quasi tutta l'Europa era involta in queste tenebre superstiziose.


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Osservazioni sulla tortura
di Pietro Verri
1804 pagine 93

   





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