E non solo è argomento arduo perché di dubbioso in se stesso; ma altresì perché non mi è conceduta la libertà sì necessaria allo storico di emettere e sviluppare la propria opinione sopra ciascun fatto
. Ov'io volessi dire che non vi furono untori, e che indarno si attribuiscono alle frodi ed alle arti degli uomini i decreti della Provvidenza ed i celesti gastighi, molti griderebbero tosto empia la mia storia, e me irreligioso e sprezzatore delle leggi. L'opposta opinione è ora invalsa negli animi: la plebe credula, com'è suo stile, ed i superbi nobili essi pure, seguendo la corrente, sono tenaci in dar fede a questo vago rumore come se avessero a difendere la religione e la patria. Ingrata ed inutile fatica sarebbe per me il combattere siffatta credenza]. Da ciò conoscesi qual fosse la opinione del troppo timido Ripamonti, il quale dice: Quaestio multiplici torsit ambage dubitantes fuerintne venena haec, et aliqua ungendi ars, an vanus absque re ulla timor, qualia saepe in extremis malis deliramenta animos occupare consueverunt [Gli animi ondeggiavano in molte dubbiezze circa la questione se vi furono realmente unti ed un'arte di spargerli, ovvero se fu uno di quei vani timori senza fondamento che spesso fan delirare gli uomini caduti nell'estremo de' mali]; perloché evidentemente si conosce, che malgrado l'infelicità de' tempi vi era nella città nostra un ceto d'uomini che non si lasciarono strascinare dal furore del volgo, e sentirono l'assurdità del supposto delitto e la falsità dell'opinione.
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Provvidenza Ripamonti Quaestio
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