E il Mattei nel suo trattato De criminibus ha scritto contro l'uso de tormenti; e il Tommassi dice, che onestamente confessa che la tortura è cosa iniqua e indegna di un popolo cristiano: iniquam esse torturam et Christianas respublicas non decentem cordate assero. Finalmente un trattato completo scrisse su tal argomento Giovanni Grevio col titolo: Tribunal reformatum, in quo sanioris et tutioris justitiae via judici Christiano in processu criminali commonstratur, rejecta et fugata tortura, cujus iniquitatem et multiplicem fallaciam, atque illicitum inter Christianos usum libera et necessaria dissertatione aperuit Joannes Grevius ecc. [la Riforma del tribunale, in cui si indica al giudice cristiano la via di una più sana e più sicura giustizia da seguire nei processi, viene negata e messa al bando la tortura; la cui iniquità e frequente fallacia e l'ingiusto uso che se ne fa dai cristiani, Giovanni Grevio ha acclarato in una libera e indispensabile discussione].
Da questa serie d'autorità sembra bastantemente chiaro il torto di coloro, che asseriscono che sia un nuovo ritrovato de' moderni filosofi l'orrore per la tortura; essi non possono aspirare a questa gloria di aver i primi sentita la voce della ragione e dell'umanità su di tale proposito; ma tanto è antica la contraddizione a questa barbara costumanza, quanto è antico il ragionare e l'abborrire le inutili crudeltà. Io non citerò adunque alcuno de' moderni filosofi, contento di aver allegate le autorità di Cicerone, di S. Agostino, di Quintiliano, di Valerio Massimo e degli altri.
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